E’ sicuramente la chiesa più grande del centro storico della cittadina. Il suo vero nome è Santa Maria della Catena, ma viene comunemente chiamata la Matrice. all’interno si possono ammirare diversi affreschi e tele, fra cui la “Rebecca al pozzo” di Paolo Vasta.
Due le raffigurazioni della Madonna della Catena: una è la statua risalente almeno al 1630, quando per la prima volta venne portata in processione. Vestita di ori e gemme, doni dei devoti, e ricoperta da un ampio e prezioso manto, emerge come una madre portentosa, con lo sguardo dolce e materno, mentre il Bambino si proietta verso la folla; l’altra è un affresco risalente al 1400, quando fu costruito un altarino nel pressi dell’antico oratorio. Nel 1576, questo piccolo l’altarino si trasformò in cappella, successivamente nel 1586 cominciò a sorgere la chiesa, vasta e imponente. Nel 1640, veniva elevata a “Matrice civile”, ed con decreto del 10 luglio 1686 Mons. Michelangelo Bonadies, vescovo di Catania, elevava Santa Maria della Catena a Matrice di tutta la città di Sant’Antonio e Filippo e del circondario. Divenivano dipendenti di questa chiesa le parrocchie di S. Lucia, di S. Giacomo, di Consolazione, di Acitrezza, di Aci San Filippo, di Valverde e di Aci Sant’Antonio. Il terremoto dell’11 gennaio 1693, che distrusse buona parte della Sicilia Orientale, colpi anche il territorio delle Aci, ma in Aci Catena si contarono solo poche vittime e la Matrice di Aci Catena non venne distrutta del tutto: rimase intatto il coretto che custodiva l’affresco e la statua della Madonna della Catena, che fu trovato fuori dalla cappelletta. Il popolo attribuì la grazia alla Madonna, e nel 1694 risorse la nuova chiesa, ancora più grande e più bella, anche per la generosità dei principi Riggio di Campofiorito. In seguito, nel 1710, alla titolare della chiesa si affiancò un compatrono: il martire San Candido. Prelevato dalle catacombe di San Callisto a Roma, il suo corpo venne donato alla chiesa dal principe di Campofiorito. Riposa tuttora in un’elegante urna di cristallo, collocata sotto l’altare maggiore. Nel 1810 la chiesa venne arricchita da una stupenda campana, fusa nell’atrio del palazzo del principe Riggio. Le fonti narrano che durante la fusione della lega, il popolo gettava nella fusione i propri ori. Ancora oggi il popolo, particolarmente legato a “Maria”, il nome che fu dato alla campana, ogni anno si emoziona al suono soave del Consolato che echeggia nella città ad indicare l’apertura dei Festeggiamenti alla Santa Patrona.
L’anno 1953 resterà memorabile nella storia della Città di Aci Catena per il solenne Atto di Consacrazione della Città a Maria SS. della Catena, voluta per consenso unanime di Autorità e di popolo. Nella storica seduta del Consiglio Comunale del 15 agosto, a voti unanimi, dati per acclamazione, si deliberava: “…di consacrare ufficialmente la Città a Maria SS. della Catena oggi stesso, 15 agosto 1953, mediante un Atto di Consacrazione, che il Sindaco, come capo del Comune, leggerà questa sera in piazza dopo la solenne entrata del Simulacro della Madonna”. Il 15 agosto 1954, nella ricorrenza dell’anno mariano, S. Ecc. Mons. Salvatore Russo, Vescovo di Acireale, elevava la Chiesa Matrice di Aci Catena a Santuario Mariano Diocesano.
Pagina aggiornata il 13/11/2024